
Da quando è stato scoperto, il caffè è diventata una bevanda particolarmente apprezzata in tutto il mondo. Questo per tanti motivi: si tratta ovviamente di un drink che da la carica, sveglia, ma è anche qualcosa che rappresenta una pausa e forse anche una passione per via dei suoi mille sapori e miscele.
Un caffè può davvero dividersi in non pochi gusti, iniziando dalla scelta della miscela arabica/forte fino a terminare a come il tutto viene concentrato nei suoi tanti stili: espresso, lungo, al vetro… c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Detto ciò, così come qualsiasi cosa che viene preparata al mondo da bere e servire, vi è sempre una durata massima nel quale si può decidere se è ancora sicuro consumare la bevanda senza andare incontro a problemi fisici. In fondo il caffè agisce non in pochi punti nel nostro corpo: stimola la diuresi, accelera i battiti, modifica insomma una buona serie di aspetti corporei che se affrontati invece con un liquido andato a male, può incorrere in vari sintomi negativi.
Perciò è importante capire quanto tempo può effettivamente durare il caffè in varie situazioni. Questo riguarda naturalmente a temperatura ambiente, riscaldato nuovamente, oppure messo in frigo.
L’origine di tutto riguarda ovviamente la preparazione del caffè. Come già detto vi sono diverse tipologie, e molte di queste permettono di far durare molto il caffè nella sua conservazione. Se intendi perciò creare un caffè che si conservi a lungo nel tempo, una bevanda “da battaglia” allora bisogna puntare sul tipico caffè nero, quello forte, molto concentrato.
La presenza di zuccheri, crema o latte riduce drasticamente la durata che il caffè assicura nel tempo: questo perché vi è l’aggiunta di altri ingredienti che possono andare a male al suo interno. In particolare i prodotti come la crema o il latte cominciano a creare grumi e condensarsi dopo del tempo nel quale è rimasto a temperatura ambiente.
La temperatura influisce sulla bevanda
Il discorso è cruciale anche nella temperatura, certamente. Molti appassionati diranno tranquillamente che un caffè regala il suo vero gusto quando questo è caldo ed appena fatto: e non sbagliano. Infatti mettere in caffè in frigo o riscaldarlo in successivo rovina non di poco l’aroma: ma se si cerca il vantaggio assoluto della caffeina lungo il tempo, un caffè nero ben coperto e conservato in un frigo ne aumenta la sua conservazione anche fino a 3 giorni. Questo significa che un caffè nero può anche durare l’intera giornata a temperatura ambiente, e può essere riscaldato nuovamente durante la giornata.
Occhio comunque a riscaldarlo gradualmente, senza portarne un eccessiva evaporazione – per non bruciarlo e renderlo così imbevibile. Lo zucchero può essere aggiunto in successivo.
Questo significa perciò che un caffè con varie aggiunte ha una durata che è relativa al tipo di contenuto. Il latte in genere non può rimanere a temperatura ambiente per più di due ore, ovviamente se lasciato in una stanza la quale temperatura è anche più elevata della norma, senza essere chiuso in un contenitore (come un thermos) dopo un paio d’ore il tutto è da buttare.
Quindi ecco perciò un riassunto di come si può conservare il caffè in maniera adeguata, per convenienza o sapore:
- Massima durata: caffè nero in frigorifero (3 giorni)
- Mix equilibrato: caffè zuccherato in frigo (2 giorni)
- Per conservarne l’aroma: caffè nero a temperatura ambiente, riscaldato (1 giorno)
- Se non si voglia rischiare nulla: caffè già zuccherato e con aggiunta crema o latte (2 ore)
Ovviamente anche da solo, il caffè conserva comunque un valido sapore nelle sue due ore, prima insomma di diventare completamente freddo. Vi sono dei gadget che possono essere utili a conservarne la temperatura (come gli scalda tazze USB) e senza perciò far perdere l’aroma.
Tuttavia è sempre una buona idea non consumare un caffè che non è stato propriamente conservato come detto più sopra: chi è di “bocca buona” potrà sentire che il caffè è andato a male dal suo sapore, ma a volte non tutti sentono questi campanelli d’allarme.